E’ ormai un dato di fatto, la sfida per le imprese sportive si
è spostata dal terreno dei corsi tecnici innovativi e delle lezioni
accattivanti, al fronte delle competenze e conoscenze manageriali e della
comunicazione.
Le imprese sportive che riescono a chiudere i propri bilanci in
attivo, sono certamente quelle che hanno dedicato tempo e risorse economiche
allo sviluppo del knowledge formativo, spingendo le figure professionali
coinvolte verso modelli manageriali più evoluti e preparati per affrontare un
mercato sempre più difficile e competitivo. La realtà è più dura che mai, le
nuove discipline (zumba, functional, pole-dance, trx, etc.) non riescono a
garantire alle imprese sportive quei flussi di cassa previsti dal budget ed è
per questo che, nella convinzione di riuscire a coprire i costi di gestione,
introducono sempre più nuove e scintillanti discipline, senza comprendere,
invece, l’importanza determinante della formazione manageriale e dei vari
collaboratori coinvolti.
Oggi, il potere dei manager sportivi passa ancora dall’
obsoleto leader, comandante autoritario e poco stratega, anziché, dal manager
ultra moderno, coinvolto e capace in tecniche di persuasione e
comunicazione.
Il mondo è cambiato e cambierà ancora rapidamente, ma se non se
ne prende atto, si correrà il rischio, con il nuovo anno, di vedere cadere una
dopo l’altra, anche le imprese del mercato del fitness, settore che è stato tra
gli ultimi ad essere coinvolto dalla crisi economica, ma che a differenza di
altri settori che oggi provano a reagire, le nostre aziende sportive continuano
a nascondere la testa sotto la sabbia del palliativo “no-profit” e della
giustificazione: “noi siamo solo una palestra!” esponendosi al rischio
“CLOSED”!
Come ci insegnano Carla Curina Cucchi e Maurizio Grassi nel
loro testo “L’arte di dirigere” il nuovo processo manageriale (vedi
immagine sotto) passa per la ristrutturazione di certi reparti aziendali
(funzione di organizzazione), alla progettazione e proposta di nuovi programmi
organizzativi (funzione di pianificazione), applicando una leadership capace di
influenzare persone e gruppi coinvolti, per condurli verso il raggiungimento di
obiettivi accuratamente pianificati e raggiungibili solo se si utilizzano al
meglio le capacità e le abilità di ciascuno. Il Leader dovrà concentrarsi sulle
fasi di progettazione e pianificazione preventiva e dedicare tempo alla fase di
direzione/guida e controllo cercando di far conciliare gli obiettivi generali
dell’impresa con quelli particolari degli individui e dei vari gruppi
coinvolti.
Se tenete alla vostra azienda e siete alla ricerca del modo
migliore per diventare un leader efficace e riconosciuto dai propri
collaboratori, è il momento di iniziare a dedicare tempo al processo di
cambiamento personale, alla vostra formazione e preparazione al ruolo; solo
allora la vostra azienda potrà ripartire e credere in un nuovo progetto, che
stimoli, motivi e guidi tutti i vostri collaboratori verso il raggiungimento
degli obiettivi aziendali effettivi, in un processo di mutamento non solo
organizzativo ma anche è soprattutto comunicativo, modificando comportamenti e
atteggiamenti che fino ad oggi non vi avevano portato altro che insuccessi e
frustrazione.
Respirare il profumo di un clima aziendale felice e sereno, ottenere
obiettivi economici che soddisfino l’imprenditore e i suoi collaboratori,
armarsi di strategie e azioni in grado di affrontare efficacemente le insidie di
questo mercato, sono oggi desideri fattibili e raggiungibili ma necessitano di
un impegno importante e di grandi qualità, le qualità del capo!
di Antonio Lombardi